lunedì 20 febbraio 2012

Intervista a Gino Finizio: Minimo e Sostenibile, creare ciò che realmente serve.


Incontriamo Gino Finizio, cultore di Transportation Design e di Design Management nelle università italiane e di straniere. Proprio di recente abbiamo parlato del Puente Cultural Mexico Italia, tenutosi al PoliDesign di Milano, con studenti provenienti dal Technologico di Monterrey in Messico e di cui sta partendo una seconda edizione. 

Gino Finizio - scrittore
Gino ci accoglie e ci mostra i suoi disegni e i suoi schemi, famosi per vivacità e carattere. In uno di essi troviamo la scritta "Minimo & Sostenibile", che dà il titolo al suo nuovo libro, che abbiamo sbirciato in anteprima e di cui è imminente la presentazione alla Triennale di Milano.

Come nasce questo nome?
G.F.: "Il minimo è da sempre fondamento della cultura del Design italiano ed internazionale.
I grandi maestri del passato, come Castiglioni o Munari, hanno tracciato la via dell'essenzialità, eliminando gli sprechi e ottimizzando le risorse. 
"Less is more" diceva Mies Van Der Rohe, come precetto del design minimalista. E con questo spirito Dante Giacosa operava nel progetto della Fiat Cinquecento degli anni '60, creando un oggetto che ha segnato un'epoca e che è arrivato fino ad oggi, conquistando l'affetto della gente.
La produzione industriale deve mirare al prodotto minimo attraverso la riduzione di ogni elemento: solo così è possibile abbattere il costo e ridurre il prezzo.

La sostenibilità passa da noi e dal nostro rapporto con gli oggetti. Molti parlano di essa, ma pochi ne conoscono il significato, che risiede nella riduzione degli sprechi e nella ricerca di energie alternative, ma anche nella compatibilità con l'essere umano. Essa si realizza come soddisfazione delle esigenze e delle aspettative nell'uso, privato o sociale, di un oggetto.
Aspetto fondamentale della sostenibilità di un prodotto è la sua durabilità; disegnare l'essenziale significa durare nel tempo, scavalcando le mode passeggere e progettando un futuro in cui l'uomo possa riconoscersi.


Gino Finizio: Minimo&Sostenibile.
 La città ha raggiunto la montagna, umanesimo disegnativo.

Nel sottotitolo del libro appare una frase interessante: "La città ha raggiunto la montagna", ce la può spiegare?
G.F.: "Siamo arrivati al limite, alle estremità del mondo. La montagna dei prodotti industriali ha invaso le città ed ha raggiunto i punti estremi. Al tempo stesso la montagna è emblema della natura, polmone d'ossigeno che contrasta lo smog e il surriscaldamento terrestre. La città diventa metropoli e invade il territorio della natura. Senza un impegno concreto, si rischia il collasso. E' giunto il tempo di cambiare.

Nel suo libro pone l'accento sul caos delle città, invase delle auto. Come immagina la mobilità del futuro?
G.F.: E' decisivo per l'uomo concepire lo spostamento come utilizzo di sistemi, scegliendo la soluzione adatta a raggiungere la destinazione nel minor tempo possibile. E' spreco inutile utilizzare vetture a 5 posti per la città quando la media dei passeggeri è di 1,5 per auto. 
I veicoli del futuro saranno tecnologicamente avanzati, ma è giusto riflettere sulle condizioni di questa proiezione. La tecnologia deve essere al servizio dell'uomo e non il contrario.
Apparirà essenziale progettare lo spostamento, utilizzando la tecnologia a disposizione e adattandola alle esigenze. Sarà importante scegliere le priorità, ciò che è utile portare con sé  e ciò che è bene lasciare a casa, per magari cercare una soluzione nel posto d'arrivo.
Le abitudini potranno consolidarsi nella scelta tra prodotti e servizi.
L'auto si ridurrà nelle dimensioni ed entrerà in simbiosi con la città. Quest'ultima, a sua volta, dovrà essere "a dimensione umana", punto d'incontro e di scambio per le relazioni umane.

Nel libro lei parla di un "umanesimo disegnativo", che cosa intende?
G.F.: "L'umanesimo disegnativo è da identificare nella conoscenza dei problemi e nella razionalizzazione delle scelte in campo progettuale. Un ritorno al disegno puro, anche mentalmente, per dedicarsi alla soddisfazione delle necessità primarie.
Il rinascimento del design e dell'era industriale passa dai designer e dagli imprenditori, proponendo e realizzando soluzioni armoniche e fattibili tra l'uomo, gli oggetti e l'ambiente.

Il designer, armato della sua matita, reale o elettronica, solca la pagina della sua fantasia per restituire al mondo un concetto per una nuova realtà. 
L'idea va poi gestita, guidata fino alla realizzazione e dovrà seguire un processo naturale, che possa riscoprire la bellezza del lavoro manuale.

Sta ai giovani designer la rinascita anche nei costumi, riscoprendo un'eticità propria di questa professione: creare ciò che realmente serve."

Il libro nella scheda di SKIRA >>>>>;